Gli studenti non sono numeri, ma forse a Milano lo hanno dimenticato

I dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, a seguito del DPCM 3 dicembre 2020, hanno appreso con grande favore la ripresa dell’attività didattica in presenza per il 75% della popolazione studentesca.
Dopo due mesi di didattica a distanza è imprescindibile consentire a tutti gli studenti di frequentare la scuola come ambiente fisico, soprattutto per ristabilire quei contatti umani e la comunicazione diretta, fatta non solo di parole e ascolto ma di gestualità, espressioni e sfaccettature, che sono componenti indispensabili nei processi di apprendimento.

Gli Istituti scolastici nella città Metropolitana di Milano sono realtà complesse costituite mediamente da un migliaio di studenti, oltre un centinaio di docenti e una trentina di personale ATA, funzionanti anche su più sedi, spesso su più indirizzi; l’attività di questo rilevante numero di persone va minuziosamente organizzata, nulla può essere lasciato al caso, soprattutto ai tempi attuali in cui la pandemia continua a colpire la nostra Lombardia.
Queste Comunità complesse necessitano di una guida puntuale da parte di una cabina di regia ineccepibile dal punto di vista delle procedure e della comunicazione: messaggi chiari, informazioni univoche, regole condivise.
Purtroppo invece noi Dirigenti continuiamo a ricevere comunicazioni tardive che si accavallano, costringendo tutte le nostre Comunità ad un estenuante lavoro di continua   riorganizzazione.

Facendo seguito al  DPCM che ha indicato come centrale il ruolo dei Prefetti nella regia della riapertura  il 14 dicembre scorso, si è svolto un incontro fra la Prefettura e i Dirigenti Scolastici, allo scopo di analizzare le problematiche e le possibili soluzioni.
In quella sede è stata dichiarata dalla Prefettura la necessità di spostare l’ingresso a scuola di una parte degli studenti a dopo le 9.30, per evitare il collasso del sistema del trasporto pubblico nella fascia oraria dalle 7 alle 9.00.

A questo incontro ha fatto seguito il documento operativo, dal quale i Dirigenti di Milano e città Metropolitana hanno appreso che il 50% degli studenti sarebbe potuto entrare entro le 8.00 e il restante 25% dopo le 9.30.
Alla vigilia della pausa natalizia si è reso perciò necessario riorganizzare le attività didattiche, rivedere gli orari, coinvolgere gli organi collegiali.

Il 24 dicembre l’Ordinanza del Ministero della Salute ha rivisto le percentuali degli studenti ai quali far seguire le attività didattiche in presenza portandole dal 7 al 15 gennaio 2021 al 50%.
Così anche le percentuali degli studenti da fare entrare a scuola sono state incomprensibilmente modificate e il 28 dicembre siamo informati dalla Prefettura che, nella cornice del 50% degli studenti che verranno in presenza a scuola, per 7/8 giorni, occorre prevedere che almeno il 10% di essi entri dopo le 9.30.

E’ stato chiesto ai Dirigenti di Città Metropolitana di compilare, per ben tre volte, rilevazioni destinate ad AgTpl (Agenzia del Trasporto Locale); a tutti è stato chiesto di compilare più volte una rilevazione curata dall’Ufficio Scolastico Territoriale.
Infine, il 30/12, in una degli ennesimi incontri con le scuole capofila di rete, l’U.S.T. ha chiesto a numerosi Dirigenti di modificare la propria organizzazione perché non risultano  ammissibili deroghe anche minime alla quota stabilità del 50% in presenza.

Noi Dirigenti Scolastici vorremmo impegnare il nostro tempo a contenere i danni fatti da una didattica a distanza che è durata troppo, che ha esaltato le differenze e lasciato indietro gli alunni in situazioni di fragilità; vorremmo occuparci di come dare continuità agli apprendimenti che necessariamente saranno in presenza e a distanza.
Vorremmo poter pensare a come migliorare la personalizzazione degli apprendimenti per provare a recuperare tutti quegli studenti che si rischia di perdere, a come affrontare con serietà la valutazione visto che siamo al termine del primo periodo scolastico.

Gran parte del nostro tempo in questo anno scolastico è stato impiegato nel compilare rilevazioni, nel riorganizzare orari e attività, nella gestione delle quarantene, nell’acquisto delle mascherine e dei disinfettanti, nella gestione dei rapporti con R.S.P.P. e con il Medico Competente.

Sappiamo che anche questo è il nostro lavoro e che è necessario occuparci di tutti questi adempimenti per consentire alla scuola di funzionare anche in una situazione così difficile.

Ma di questo stillicidio quotidiano di comunicazioni, fra loro spesso contradditorie, di questo accanimento nel definire nel dettaglio le percentuali degli studenti, proprio non riusciamo a cogliere né il senso né l’utilità.

La scuola non è una fabbrica e nemmeno un ufficio; gli studenti non sono semplici numeri.
La scuola è un organismo estremamente complesso che necessita, per riorganizzarsi e, soprattutto, per funzionare di tempi adeguati e di scelte condivise.

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